ITALIA
LA CITTA' DI SABBIA
1992-2014
Coste adriatiche e tirreniche
Lo spazio balneare è la forma di una città insolita perché è lineare, si sviluppa e tratteggia un’instabile frangia di terra, lambita e contesa dal mare; perché propone l’ambigua precarietà delle strutture balneari, da un lato della battigia, e la fissità della pesantezza degli edifici residenziali, sull’altro fronte; perché è una città frenetica in una parte dell’anno, l’estate, e una città abbandonata nell’altra, l’inverno; non ha tanti abitanti, ma in prevalenza ha solo ospiti; si rinnova stagionalmente con riti e ricorrenze per i quali si allestisce la messinscena della vacanza. Una strada, il lungomare, traccia un solco tra ciò che appare e ciò che permane, tra la città di sabbia e la città di pietra, lo spazio della spontaneità e il luogo della rappresentazione, la natura ed il tentativo del suo dominio.
Questo lavoro è un percorso quasi ininterrotto lungo le coste italiane, alla ricerca dei segni latenti di una città improvvisata, la “città di sabbia”: è questo forse il materiale grezzo di un’imminente e singolare città o forse il materiale di scarto di un momento di sviluppo accelerato e sciupone.
E’ stato un progetto fotografico molto lungo, che ha percorso lo spazio lineare delle città balneari italiane per più di vent’anni, con l’intento di coglierne le connotazioni più significative dei nostri tempi e le peculiarità dei singoli tratti, di ogni località attraversata: dal mare guardando il fronte urbanizzato e da questo verso l’orizzonte azzurro, da Trieste a Pescara, senza soluzione di continuità, ed altri tratti del Mediterraneo.
Ha prodotto una serie articolata d'immagini dei più svariati scenari balneari italiani, componenti simili di scene comunque sempre diverse lungo le coste. Documentano come il paesaggio costiero si è adattato per trasformarsi in città balneari, in tutte le sue possibili e residue declinazioni. Le riprese fotografiche dei vari luoghi visitati, distanziate nel tempo, colgono anche il cambiamento lento e continuo che conquista quella innata resistenza alla permanenza, propria di questi paesaggi mutevoli. Pertanto testimoniano anche il cambiamento in essere della cultura balneare italiana.