L’edificio del museo appare come sospeso sulla banchina del vecchio porto, questo distacco dal suolo consente una maggiore permeabilità al livello urbano, per cui tutto il disegno del suolo è orientato dal sistema degli ingressi e degli attraversamenti del museo.

La copertura si propone come un’importante facciata composita: una superficie scultorea tridimensionale, sfaccettata e chiaroscurata, una macchina di gestione della luce e per produrre energia. I volumi articolati interagiscono con le giaciture della città storica e con i nuovi isolati di Saaret contemporaneamente, introducendo al verde del parco.

Domina la sospensione del grande volume: un affascinante oggetto che galleggia, affusolato per essere accogliente e protettivo, una grande ombra di giorno e una lucente lanterna notturna, un faro sulla città, un land mark.

Gli spazi espositivi e convegnistici sono un unicum fluido, adattabile, un doppio volume raccordato in modo continuo. Un’ininterrotta gradinata perimetrale caratterizza ogni spazio, sottolineando la piazza urbana, di legno, informale e attrezzabile con duttilità.

La veduta panoramica avvolgente filtra la luce e la modula con quella che penetra dalla grande copertura unitaria.

Gli spazi espositivi e convegnistici sono assimilabili a un grande hangar, flessibili e adattabili, in parte con doppia altezza, suddivisibili in due o più parti autonome: una continua gradinata avvolgente perimetra tutti questi spazi caratterizzandone ogni parte e proponendosi per incontri, soste, consumazioni, relax, conferenze e soprattutto allestimenti inediti e diffusi, culminando in cima con un affaccio panoramico a 360°.