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COMUNE DI

MESOLA (FE)

LO SPAZIO ONIRICO

2012

Ente appaltante: Comune di Mesola (FE)

Gruppo di progettazione: Arch.Claudio Zanirato

Collaboratori: Ing. Michela Contini, Luisella Menchetti

Superficie di progetto: 27.000 mq, 2.400 mq s.u.

Importo lavori: euro 4.530.000,00

Mesola, lo spazio onirico, progetto di riqualificazione urbana

Ri-pensare una trasformazione e riqualificazione dell’insediamento di Mesola significa riscoprire il perché profondo di questo luogo tanto singolare. Emerge così forte l’evidenza di un paesaggio plasmato completamente dall’uomo, in cui anche il pensiero lontano di creare forse una grande città si è inscritto “naturalmente” in questo scenario di manipolazione continua e non ci deve quindi stupire più di tanto.
Siamo di fronte all’impronta di un “sogno interrotto”, ad un’idea grandiosa che non è riuscita ad imporsi, ma una traccia di quella visionarietà è rimasta indelebile: la “Delizia” del Castello estense che riesce ancora a sovrastare l’imponenza dell’argine del Po, quali capisaldi di un paesaggio onirico.
La potenza del “vuoto”, la sua propensione verso l’infinito, è quindi la dominante spaziale di questi luoghi. Il progetto di riqualificazione urbana di Mesola dovrà quindi valorizzare al massimo il sistema dei vuoti ed i rapporti che questi sono in grado di instaurare con le architetture e gli altri elementi del paesaggio, in cui il sistema delle visuali detta le regole organizzative del progetto.
Il vuoto residuale dell’antica pertinenza del Castello della Mesola, il vuoto della corte novecentesca dei Magazzini, il vuoto di Piazza Vittoria. Sono questi i grandi vuoti urbani della città di oggi, tanto vicini tra loro quanto distanziati da edifici ed infrastrutture di parcheggio, da non essere assolutamente sistemici. I temi della “geometria ordinatrice” e del “verde strutturante” possono essere gli elementi di conquista di questi vuoti, per conferirgli forma ed un ruolo costruttivo nella scena urbana, attingendo proprio dai materiali costitutivi degli stessi luoghi.
Una maggiore permeabilità visiva e fisica di alcune situazioni architettoniche dovrà consentire una fruizione più immediata dei principali spazi pubblici riprogettati, ed inoltre si potranno creare sinergie tra le varie attività e programmazioni consentite.
Giardino, corte e piazza non devono rimanere entità aperte solo su un lato o relazionate solo ad un asse viario, ma devono appartenere ad un unico sistema di fruizione, che parte dall’argine del Po, passa dal Castello e confluisce sull’asse monumentale.

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