OLBIA (OT)
CIPNES
CENTRO polifunzionale fieristico
2013-14
Ente appaltante: CIPNES, Olbia (OT)
Progetto Definitivo Prima Fase
Lavori in corso
Committente: Studio Plicchi
Capogruppo: Prof.Ing.Gianni Plicchi
Gruppo di progettazione: R.T.P. (Ing.G.Plicchi, Open Project,
Arch.M.Rizzoli, P.I.G.Parenti, Arch.E.Cavallari)
Concept Ideativo ed Architettonico: Arch.Claudio Zanirato
Coll.: M.Benevelli, M.Contini, A.Robetti, G.Spanazza, I.Lescai, M.Giannerini, L.Gugliotta
Dimensione area: 112.000 mq
Superficie costruita: 14.700 mq
superficie intervento: 10.000 mq
importo lavori: euro 18.000.000,00
PARCO POLIVALENTE TECNOLOGICO E FIERISTICO | Prima Fase
Il parco tecnologico polivalente si avvolge a sua volta attorno alla baia più interna, articolando le sue volumetrie in maniera plastica e composita, funzionalmente, gli ambienti di lavoro e di studio assieme ai grandi volumi espositivi polivaleneti: una grande “tenda” li ammanta con un unico gesto protettivo. La plissettatura di questo involucro sfaccettato, di lamiera traforata, cattura e filtra diversamente la luce ed evoca l’increspatura del mare, il ritmo del suo ondeggiare continuo ed incessante, nasconde gli impianti tecnologici in copertura, si alza da terra per scoprire le vetrate degli spazi interni.
L’edificio si compone di un corpo principale, allungato e su due livelli, e di un corpo accessorio, di un solo piano, quadrangolare; l’involucro esterno è autoportante su struttura autonoma (tubolari di acciaio) ed è costituito da una lamiera microforata di alluminio elettrocolorato verde, su cui sarà possibile ritagliare delle aperture in corrispondenza delle visuali interne; in parte, la lamiera forata è impiegata anche in copertura, per occultare la terrazza tecnologica con le dotazioni impiantistiche, mentre diventa lamiera piena ed impermeabile per la copertura del grande salone; i saloni, su due piani, hanno la testata nord, sulla strada, praticamente cieca ed occupata da locali tecnologici/impiantistici, realizzata con c.a. in opera, colorato con ossidi in grigio scuro, stampati su matrici siliconiche tridimensionali, su cui intagliare una successione di fessure verticali; il volume annesso della hall d’ingresso-ristorazione-conferenze è interamente rivestito all’esterno in modo plastico con lastre di granito sardo; la copertura piana di questa appendice è in parte praticabile, dal primo piano degli uffici, con una pedana di legno che si insinua tra il volume sporgente della scala e due vasconi in rilievo, riempiti con grandi ciottoli di granito.
La metafora della trasformazione, degli edifici fieristici accumunati agli scogli, li porta ad avere una matericità che rimanda direttamente al mondo litoide: le tecniche del calcestruzzo, colorato e stampato, consentono di evocare l’utilizzo della pietra ricostruita, dello scoglio ricomposto, sbozzato, come se fosse stato scolpito sul luogo, scavato e svuotato; il ricorso a lastre di granito, nelle parti più importanti del progetto rende ancora più esplicita la scelta di fondo. Il padiglione fieristico ha un involucro di chiusura esterno, realizzato con pannelli prefabbricati di calcestruzzo colorato in pasta ed inerti scelti di granito, stampato con matrici siliconiche “effetto roccia”; il perimetro interno del grande padiglione espositivo ha un basamento in rilievo che assorbe le sporgenze delle pilastrature, ospita gli impianti ed i pluviali ed integra i volumi dei servizi igienici ed impiantistici; al basamento delle pareti che appoggiano a terra lungo il lato di accesso pedonale sono incorporati delle sedute continue, con un tratto di pavimentazione e schienali, da realizzare con sagomatura di granito sardo massello; con lastre dello stesso granito sono rivestite le ampie soglie di ingresso e gli imbotti strombati delle grandi vetrate; le ampie vetrate che illuminano gli interni sono di due tipi, in cristallo colorato e/o serigrafato, con intelaiatura delle parti fisse e mobili in alluminio naturale o elettrocolorato.