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OLBIA (OT)

CIPNES

PIATTAFORMA TECNOLOGICA EUROPEA

2012

Ente appaltante: CIPNES, Olbia (OT)
Progetto Preliminare, Masterplan
Lavori in corso 
Committente: Studio Plicchi
Capogruppo: Prof.Ing.Gianni Plicchi
Gruppo di progettazione: R.T.P. (Ing.G.Plicchi, Open Project,
Arch.M.Rizzoli, P.I.G.Parenti, Arch.E.Cavallari)
 
Concept Ideativo ed Architettonico: Arch.Claudio Zanirato
Coll.: M.Benevelli, M.Contini, A.Robetti, B.Casadei, F.Poini, F.Nalin,
studio Orma
 
Dimensione area: 112.000 mq
Superficie costruita: 39.772 mq
Importo: euro 70.000.000,00

PTE, Piattaforma Tecnologica Europea, Centro Polifunzionale di Olbia, CIPNES

L’insediamento di un centro polifunzionale su un tratto di costa a nord del Golfo di Olbia obbliga a pensare progettualmente su quale rapporto sia possibile instaurare tra l’architettura e l’ambiente circostante, fortemente connotato urbanisticamente e paesaggisticamente. E’ questo luogo, in definitiva, non già un paesaggio ma il punto d’incontro di due paesaggi: quello naturale e quello industriale.
Il progetto si propone quindi di mediare questo incontro, disegnando un luogo del confronto, della convivenza, del dialogo, tra sistemi apparentemente diversi ma non incompatibili. La geometria, rigorosa ed elementare, dell’insediamento industriale detta le regole dispositive dei vari edifici, in perfetta assonanza, come una sua emanazione inevitabile. Le costruzioni derivano dalla stessa logica “scatolare” dell’intorno produttivo, fatto di capannoni, ma di questa impronta volumetrica conservano in fondo solo una parziale integrità di partenza. La disposizione degli edifici progettati è condizionata dalla forma irregolare dell’area e dalla volontà di assumere un’esplicita funzione di schermo visivo nei confronti dei fabbricati produttivi contermini e del depuratore soprattutto, attorno a cui si avvolge il complesso. I contenitori dei padiglioni fieristici, integrati con il centro congressi e ristorazione, posti al centro della composizione, nello snodo direzionale, sono anche quelli che entrano più direttamente in contatto con il brano di costa naturalizzata. Da questo contatto nasce una reciproca influenza, una contaminazione di segni e di figure, che non arrivano ad intrecciarsi e confondersi ma instaurano una reciproca e stretta relazione visiva. Una parte della scogliera è inglobata nella piattaforma di appoggio degli edifici, le piazze ed i piazzali sul mare, da cui continuano ad affiorare da un letto di ghiaia consolidata, e gli edifici prospicienti subiscono invece una sorta di “erosione” localizzata, in corrispondenza dei punti d’ingresso e delle aperture verso il mare, come se l’acqua, il vento e la luce, avessero “lavorato” nel tempo i monoliti, al pari degli scogli d’innanzi.
Gli edifici posti alle estremità dell’allineamento, cioè il Centro per l’Alta Formazione AereoNavale ad est, ed il Centro Universitario del Turismo ad ovest, per la loro particolare destinazione e per il fatto di trovarsi su porzioni di costa maggiormente alterati, assumono conformazioni architettoniche diverse, che appartengono linguisticamente al mondo delle costruzioni contemporanee. Ciò nonostante, il fattore “attrattivo” del mare nelle vicinanze riesce ad avere un’influenza nel loro disegno e nel trattamento materico assegnato.
A marcare l’unicità ed eccezionalità dell’intervento, un segno caratterizzante coinvolge tutte le architetture: una grande tettoia azzurra, sospesa nel cielo limpido di Olbia, appoggiata in bilico sulle costruzioni, salda in un gesto unitario tutto l’intervento, altrimenti frammentato. E’ allo stesso tempo linea di demarcazione e soglia, dà evidenza allo spazio di transizione tra la città industriale ed il parco fieristico, tra l’architettura della città e la natura del mare, tra l’ombra e la luce. E’ il percorso che collega tutto e tutti, in maniera inconfondibile, da un estremo all’altro. E’ un episodio introduttivo, in quanto soglia, e conclusivo, perché discende a terra alle estremità, a sottolineare la “parentesi”, l’eccezionalità di questo insediamento, la finestra rappresentata da tutto l’intervento, da cui poter guardare dentro, vedere fuori, a seconda dei punti di vista.

Olbia, PTE, veduta notturana della nuova piazza-darsena
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